lunedì 8 aprile 2019

I ROMAGNOLI AMMAZZANO AL MERCOLEDÌ di Davide Bacchilega




Qual'è il giorno della settimana migliore per uccidere una persona?

"Il momento giusto per ammazzare una persona è quando si trova in mezzo alla gente. Molta gente. Una folla. Perché nella folla nessuno si accorge mai di nulla, tutti impegnati come sono a evitarsi l’un l’altro […]"

Il mercoledì a Lugo, vicino a Ravenna, è giorno di mercato, quindi è il momento migliore per colpire.
" Qual è il momento giusto per ammazzare una persona? ... Quando siete soli. Certo. Nessuno nei paraggi. Né un arbitro né un pubblico. Nemmeno Dio. Solamente tu e lui. A sbrigare i vostri conti. Chiudere i sospesi."
Questo vale se la vittima si trova a Milano Marittima, dal momento che il lunedì vanno al mare i parrucchieri, il martedì ci vanno i ristoratori, il giovedì i negozianti, il venerdì chi stacca prima dal lavoro, per non parlare della folla del week end: il mercoledì giorno in cui la gente non va al mare, è perfetto per menare il colpo mortale.

Una storia scandita dai giorni di una settimana in cui quattro trentanovenni alla ricerca di una svolta nelle loro esistenze, persi nei ricordi o trascinati dalla routine quotidiana, cercano una via di fuga, un riscatto, una vendetta che smuova il loro immobilismo interiore.
Un gioco di truffe comminate e subite, un intreccio vivace, una settimana piena di eventi, ma che in fondo non riesce a scuotere i quattro protagonisti dalla loro stasi psicologica.
E gli omicidi?
Vittime e carnefici interpreteranno fino in fondo il proprio ruolo?
Il mercoledì sarà realmente il giorno del sangue?
Il giovedì, con i superstiti, l'ardua sentenza!

La trama del libro è intrigante, la teoria settimanale dell'omicidio una trovata interessante, il tema della crisi che si affaccia allo scoccare dei 40 anni è trito e ritrito, ma si presta a interpretazioni divertenti: tutti elementi che, a mio parere, vanno sprecati nel corso del racconto.
I personaggi non lasciano il segno, sono inconsistenti, quasi trasparenti, tanto che si può immaginarli solo alla luce degli stereotipi di genere.
I protagonisti parlano in prima persona, con punto di vista che cambia in maniera repentina e destabilizzante, tanto da confondere il lettore.
Frequenti sono, poi, le intrusioni dell'autore, di cui si avverte la fastidiosa presenza.
Infine, la storia progredisce con lentezza verso un finale precipitoso e risolto grazie a coincidenze piuttosto improbabili e un deus ex machina degno delle migliori tragedie euripidee.

MAGGIOR PREGIO: il personaggio di Ermes Donati, biscazziere e faccendiere scaltro, la cui dubbia moralità ha saldi principi che affondano le radici negli affetti della famiglia. Uomo dal linguaggio semplice e diretto, farcito di elementi dialettali, è forse il carattere che resta maggiormente impresso, anche per il contrasto tra la durezza dell'uomo di malaffare e il buon cuore di colui che si prende cura del suo Jack Russel e della nipote le cui tendenze sessuali proprio non riesce a capire.

PEGGIOR DIFETTO: le citazioni cinematografiche: tutta la storia è infarcita di citazioni musicali e cinematografiche che, sicuramente, rivelano la passione dello scrittore per il mondo di celluloide (anche se non certo per il cinema d'autore), ma che finiscono per essere stucchevoli.
In totale ne ho contate più di trenta: va bene che la passione di Donati siano i film di 007 e che la sua bisca sia tappezzata dalle locandine di tali pellicole ma non è il caso di ripetere tante volte e con le stesse parole la loro descrizione nel giro di poche pagine!

Nessun commento:

Posta un commento

IN EVIDENZA

8 MARZO...

È per te, bambina e futura donna, che sai di non valere meno di tuo fratello o dei tuoi amici, hai sogni che non vanno chiusi in un...