martedì 19 marzo 2019

ERAVAMO TUTTI VIVI Di Claudia Grendene




“ERAVAMO TUTTI VIVI” recita il titolo, e il succo del romanzo sta proprio in quel verbo: “ERAVAMO”. 
Già , perché negli anni dell’università Chiara, Anita, Max, Agnese, Alberto, Isabella ed Elia erano tutti vivi: amavano senza schemi, vivevano senza freni, avevano ideali politici e sociali senza disincanto e trasgredivano senza paura.
Poi, il passare degli anni e le vicende della vita li hanno portati a morire un po’ giorno dopo giorno, diventando sempre più simili a quei genitori da cui avevano tentato di affrancarsi.
E la morte di Max li pone di fronte ai loro fallimenti e disillusioni, innescando un viaggio a ritroso alla ricerca di quel momento in cui non si erano limitati a sopravvivere.

Romanzo ben scritto, dalla struttura originale, in quanto narrato a ritroso. La narrazione  non è imperniata su un unico punto di vista, ma di volta in volta cambia, lasciando emergere i singoli personaggi che sono individui a tutto tondo, i cui sogni sono destinati a infrangersi contro la banalità della vita quotidiana e in cui il lettore può identificarsi, in particolare se appartiene alla generazione dei protagonisti. 

Libro interessante, consigliato ai quarantenni in vena di amarcord!

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